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7 miti sui whistleblower più comuni (e perché non bisogna crederci)

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Il whistleblowing è una pratica preziosa, ma spesso sottovalutata. Sebbene possa essere difficile per i dipendenti parlare quando sospettano un illecito sul posto di lavoro, è importante ricordare che le segnalazioni possono proteggere non solo il pubblico ma anche la persona che le fa. Purtroppo, ci sono molte informazioni errate e incomprensioni che circondano il whistleblowing, compresi alcuni miti sui whistleblower più comuni. In questo articolo verranno analizzati alcuni di questi miti sui whistleblower e verrà spiegato perché non bisogna crederci o prenderli sul serio.

1. Mito: chi denuncia è un dipendente sleale o inaffidabile.

Falso: i whistleblower sono spesso dipendenti leali che sentono l’obbligo morale di denunciare gli illeciti sul posto di lavoro. In effetti, molti whistleblower hanno anche cercato di seguire le procedure interne di segnalazione prima di rendere pubbliche le loro preoccupazioni.

2. Mito: gli informatori denunciano solo per guadagno personale o per vendetta.

Falso: anche se alcuni informatori possono avere motivi personali per denunciare, la maggior parte di essi è motivata dal desiderio di fare ciò che è giusto e di attirare l’attenzione su problemi che devono essere affrontati. Gli informatori possono incorrere in rischi significativi, come ritorsioni, perdita del posto di lavoro e sfide legali, e spesso ricevono una ricompensa economica minima o nulla per le loro azioni.

3. Mito: i segnalanti danneggiano la reputazione dell’organizzazione.

Falso: se da un lato i whistleblower possono attirare l’attenzione negativa su un’organizzazione nel breve periodo, dall’altro possono contribuire a migliorarne la reputazione a lungo termine, smascherando e affrontando pratiche non etiche o illegali. Questo può portare a una maggiore trasparenza, responsabilità e fiducia da parte del pubblico.

4. Mito: il whistleblowing serve solo a denunciare attività illegali.

Falso: Sebbene sia certamente importante segnalare attività illegali, i whistleblower possono segnalare anche altri tipi di problemi o di cattiva condotta. Ad esempio, violazioni etiche, molestie sessuali, conflitti di interesse, irregolarità finanziarie o qualsiasi altro problema che possa influire sulle attività o sulla reputazione dell’azienda.

5. Mito: i segnalanti sono sempre ostracizzati e puniti.

Falso: anche se in alcuni casi gli informatori possono subire contraccolpi e punizioni, è importante notare che in molti Paesi esistono leggi che proteggono gli informatori da ritorsioni, discriminazioni e altre forme di punizione. Negli Stati Uniti, ad esempio, gli informatori sono protetti, tra le altre leggi, dal False Claims Act e dal Whistleblower Protection Act. Nell’Unione Europea, la Direttiva Whistleblower ha imposto a tutti gli Stati membri l’obbligo di attuare una legislazione sulla protezione delle persone che segnalano comportamenti scorretti e violazioni del diritto dell’Unione.

Per saperne di più sulle leggi nazionali in materia di whistleblower nell’UE, e sulle leggi in materia di whistleblowing nel mondo, consultate la nostra mini-serie.

6. Mito: i whistleblower sono inefficaci o causano più danni che benefici.

Falso: i whistleblower sono stati determinanti nel portare alla luce numerosi casi di frode aziendale, corruzione e altre forme di illecito. Senza i segnalanti, molti di questi casi sarebbero passati inosservati e i responsabili sarebbero rimasti impuniti. Sebbene possano esserci alcuni rischi e sfide associati al whistleblowing, esso può in ultima analisi portare a un cambiamento positivo e a un miglioramento della cultura aziendale.

7. Mito: la denuncia è sempre l’ultima spiaggia.

Falso: è certamente importante che i dipendenti cerchino di risolvere i problemi attraverso i canali interni prima di rivolgersi all’esterno. Tuttavia, ci possono essere casi in cui il dipendente ha esaurito tutte le altre opzioni e ritiene che parlare sia l’unico modo per affrontare il problema.

Per facilitare le segnalazioni interne, è importante che le organizzazioni offrano un modo sicuro per segnalare i problemi in modo confidenziale e strutturato, ad esempio attraverso un sistema di whistleblowing.

In breve, il whistleblowing è una pratica importante che può aiutare a prevenire e affrontare gli illeciti sul posto di lavoro. È importante conoscere i miti e le idee sbagliate che circondano i whistleblower e capire perché non sono vere. Le segnalazioni di comportamenti scorretti devono essere incoraggiate e protette e le organizzazioni devono offrire ai dipendenti un modo sicuro e riservato per segnalare le proprie preoccupazioni.

Sei interessato a saperne di più sulla nostra piattaforma whistleblowing e sui canali di segnalazione interni sicuri? Scopri di più sulla Direttiva UE sul whistleblowing e sulla legge n.179/2017 .

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